giovedì 10 giugno 2010

“Voglio vedere” (marzo, 28 2010)

Termina così
questa giornata
Il piacere
dell’arrendevolezza fiduciosa
di mio figlio
che nel sonno iniziato
tende le braccia al gesto
di infilargli la giacchetta del pigiama
che potrebbe appagare
la mia vita serena
nel mio mondo fortunato
mi sembra un’ inezia
perché negli occhi
nel cuore
porto il dolore
di ciò che ho visto
di ciò che ho sentito
le parole si sono articolate
il pensiero si è composto
e piangendo
così voglio dire:
Quando vedo e sento
E quel vedere e sentire
Mi strazia
Perché nefando e crudele
E quel vedere e sentire
Mi tormenta
Perché ingiusto e traditore
E quel vedere e sentire
Mi angoscia
Perché vedo e sento
Solo malvagità
Allora parlo
E se io parlo
E se tu parli
E se noi parliamo
E urliamo a squarciagola
Con rabbia
Per parte di chi
Voce non ha più
La richiesta di una giustizia negata
Nessuno potrà più negare
Nessuno potrà appellarsi all’ errore
Nessuno potrà più implorare assoluzione
Non potranno più
Non posso
chiudere gli occhi
voglio vedere
devo sapere
Non dimenticare
ma reclamare giustizia
E’ il solo modo
che ho
per difendere
Io che non imbraccio armi.

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